Dove siamo
Casa Madre e Sede Legale - via Calvario, 33 - Pettoranello del Molise (IS) - Diocesi di Isernia-Venafro
Pettoranello del Molise, nella provincia di Isernia, sorge alle pendici del monte Patalecchia in un territorio tipico dell'Appennino centrale ad un'altezza sul livello del mare di 737 metri.
Il territorio si estende per una superficie di 15,53 Kmq e da un'altitudine di 506 metri a 1126 confinando con i Comuni di Castelpetroso, Castelpizzuto, Longano, Isernia e Carpinone dal quale il fiume Carpino ne delimita i confini.
Il primo nome che si conosce di Pettoranello del Molise è Castrum Pectorani (accampamento di pettorano) che nel corso del tempo si è evoluto dapprima in "Pectoranum" (1150 - 1168), quindi "Pettorano" (1863), per poi diventare "Pettoranello di Molise" (1936).

Il territorio di Pettoranello, al tempo, era parte integrante del Sannio. Su di esso vi stanziavano le tribù dei Pentri, una delle quattro tribù che costituivano il popolo dei Sanniti e che facevano parte della confederazione che andava sotto il nome di Lega sannitica.
Il loro nome ha la stessa radice del celtico pen ("sommità") e significherebbe quindi "popolo dei monti".
C'è qualcuno che ipotizza, inoltre, che il bellissimo valico di Pettoranello sia stato il luogo autentico delle Forche Caudine, episodio in cui i Sanniti "umiliarono" i Romani.
Dopo la disgregazione dell'impero Romano d'occidente, la zona fu oggetto, come gran parte dell'Italia dell'epoca, delle invasioni dei popoli barbarici ("diversi dai romani") fino alla costituzione del regno di Napoli e delle due Sicilie.
Dal tredicesimo secolo a Pettoranello si sono succedute diverse famiglie feudali, i cui membri si fregiavano a volte del titolo di baroni a volte di quello di Conti e a volte addirittura di Principi di Pettoranello.
Nel 1807, Pettoranello fu assegnato al distretto di Isernia. Nel 1811 aggregato al Circondario di Monteroduni e nel 1815 fu compreso nel Circondario di Carpinone. Fino all'unità d'Italia fece parte del regno borbonico.
Il loro nome ha la stessa radice del celtico pen ("sommità") e significherebbe quindi "popolo dei monti".
C'è qualcuno che ipotizza, inoltre, che il bellissimo valico di Pettoranello sia stato il luogo autentico delle Forche Caudine, episodio in cui i Sanniti "umiliarono" i Romani.
Dopo la disgregazione dell'impero Romano d'occidente, la zona fu oggetto, come gran parte dell'Italia dell'epoca, delle invasioni dei popoli barbarici ("diversi dai romani") fino alla costituzione del regno di Napoli e delle due Sicilie.
Dal tredicesimo secolo a Pettoranello si sono succedute diverse famiglie feudali, i cui membri si fregiavano a volte del titolo di baroni a volte di quello di Conti e a volte addirittura di Principi di Pettoranello.
Nel 1807, Pettoranello fu assegnato al distretto di Isernia. Nel 1811 aggregato al Circondario di Monteroduni e nel 1815 fu compreso nel Circondario di Carpinone. Fino all'unità d'Italia fece parte del regno borbonico.
Sede Pastorale - Cittadella Mariana e di P.Pio - via Madonn, 79 - Sessano del Molise - Diocesi di Isernia-Venafro
Il comune di Sessano del Molise, a 796 mt sul livello del mare, si trova lungo il tracciato della statale 85, ormai poco trafficata in quel tratto dopo l'apertura della statale 650 Fondo valle Trigno che attraversa la piana collegando Isernia al litorale adriatico.

Comune montano di antica origine la cui economia era caratterizzata dalla prevalenza delle attività agricole. I sessanesi presentano un indice di vecchiaia elevato ed abitano, oltre che nel capoluogo comunale, nelle frazioni così definite dallo Statuto: Coste, Pescocupo, Durante e Pantaniello. Il territorio comunale presenta un profilo alto-collinare, dall'andamento mosso; la disposizione dei rilievi montuosi forma una pianura chiusa a sud da una gola in cui scorre il fiume Carpino. Il comune è posto su un rilievo da cui domina la pianura sottostante: nel nucleo di primo insediamento vi sono ancora abitazioni caratteristiche con muratura in pietra a vista; l'espansione edilizia si è sviluppata lungo il crinale e sulle pendici del colle, senza un apparente ordine urbanistico.
In prossimità dell'abitato sorge la "Cittadella Mariana", complesso religioso dedicato a Padre Pio da Pietrelcina.
Lo stemma, concesso con Decreto del Capo del Governo del Regno, raffigura una torre d'argento in campo nero.


Nel 1807 fu assegnata al distretto e governo di Isernia, nel 1816 inserita nel circondario di Carpinone e dal 1892 risulta ricompresa nel mandamento giudiziario di Isernia.
Il patrimonio architettonico è costituito dalla chiesa parrocchiale dedicata all'Assunta, costruita nel 1742, e dalla chiesetta di Santa Maria degli Angeli, risalente al 1606 e ristrutturata durante il secolo scorso.
Sede Secondaria - Convento di Linguaglossa (CT) - Piazza dei Cappuccini, 27 - Diocesi di Acireale
Linguaglossa dista 45 km da Catania e 70 km da Messina. Linguaglossa si trova sul versante nord-est dell'Etna. È uno dei comuni del Parco dell'Etna e il suo territorio si estende fino alla sommità del vulcano, comprendendo anche la vasta pineta Ragabo.
Il centro abitato si trova a 550 m s.l.m., lungo la strada statale 120. Dal centro si diparte la strada "Mareneve" che porta verso la pineta Ragabo e verso le stazioni sciistiche a Piano Provenzana a 1800 m d'altitudine.
Da Linguaglossa passa anche la ferrovia Circumetnea.

Successivamente fu conquistata dai normanni, come conferma il privilegio di Ruggero, che costituisce la prima attestazione documentata certa. La giurisdizione del borgo fu esercitata da diversi signori locali: Niccolò Lauria, Anastasia Filangieri, Stefano Cottone e i Trifasi. All'inizio del Seicento il potere passò nelle mani di Orazio Bonanno, Barone di Ravusa, che le conferì il titolo di principato. Nel 1634 il re Filippo IV, con un'ordinanza, la dichiarò “Civitas Dilecta Integra”.
